Shyamal Patel
Congress opening lecture
Senior Vice President of Science at OURA, Grater Boston
Shyamal Patel è Senior Vice President e Head of Science presso Oura, dove guida un’organizzazione interdisciplinare dedicata alla ricerca e allo sviluppo di algoritmi in grado di tradurre i dati dei sensori in misure accurate di salute e benessere.
È appassionato di soluzioni di salute digitale e si impegna a trasformare l’assistenza sanitaria da un modello episodico, basato sulla popolazione e reattivo, a uno continuo, personalizzato e proattivo. Shyamal ha una vasta esperienza nella guida di team di data science sia in startup che in grandi aziende. In precedenza, ha lavorato presso Pfizer, concentrandosi sullo sviluppo, la validazione e l’implementazione di nuovi endpoint digitali in studi clinici regolamentati in diverse aree terapeutiche.
Ha conseguito un dottorato di ricerca in Ingegneria Elettrica e Informatica con specializzazione in Elaborazione del Segnale e Apprendimento Automatico Applicato presso la Northeastern University e ha completato la sua ricerca post-dottorato presso la Harvard University.
A cura di Shyamal Patel
Verso una salute personalizzata e proattiva: passato, presente e futuro della tecnologia indossabile e il suo impatto sulla sanità
Negli ultimi decenni, le tecnologie indossabili e connesse alla salute hanno vissuto uno sviluppo rapido e una diffusione su larga scala. Oggi, come consumatori, abbiamo accesso senza precedenti a tecnologie sanitarie complete e ad alta risoluzione che ci permettono di gestire in modo proattivo il nostro benessere. Nei prossimi anni, la democratizzazione dei dati sanitari rimodellerà profondamente la nostra comprensione della salute e delle pratiche sanitarie. In questo intervento, offrirò una prospettiva storica sull’evoluzione della tecnologia indossabile, sulla sua adozione e sul suo impatto nella salute dei consumatori, nella ricerca clinica e nella pratica clinica. Condividerò spunti basati sulla mia esperienza ventennale di ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni di tecnologia indossabile, maturata sia in ambito accademico che industriale. Nonostante i progressi compiuti, ritengo che abbiamo solo iniziato a esplorare il potenziale di questa tecnologia. L’ampia adozione delle tecnologie sanitarie per il consumatore, unita alla convergenza di forze sociali e tecnologiche, è destinata a trasformare il modo in cui gestiamo la salute a livello individuale e di popolazione. Concluderò l’intervento condividendo le mie previsioni su come queste forze rimodelleranno la nostra comprensione della salute e delle pratiche sanitarie.
Sofia Straudi
Professor of Physical Medicine and Rehabilitation, Università di Ferrara
La Prof.ssa Sofia Straudi è Professore Associato di Medicina Fisica e Riabilitativa all’Università di Ferrara, dove coordina anche il Corso di Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie. Dirige l’Unità Operativa di Riabilitazione per le Malattie Neurodegenerative presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara.
Il suo percorso accademico comprende una Laurea in Medicina e Chirurgia, una Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa e un Dottorato in “Advanced Sciences and Technologies in Medicine and Sports”, tutti conseguiti con il massimo dei voti. Successivamente, ha ottenuto la certificazione europea in Medicina Fisica e Riabilitativa e un Master di II Livello in Economia e Management dei Servizi Sanitari. La Prof.ssa Straudi ha arricchito la sua formazione con esperienze internazionali: una research fellowship presso il Motion Analysis Laboratory dello Spaulding Rehabilitation Hospital, Harvard Medical School, e una posizione di visiting scholar presso il Mednick Sleep and Cognition Lab dell’Università della California, Irvine. Ha inoltre frequentato corsi intensivi in stimolazione magnetica transcranica e in stimolazione transcranica a corrente diretta.
La sua ricerca si concentra sulla neuroriabilitazione e sull’innovazione tecnologica in ambito riabilitativo, includendo l’uso di dispositivi robot-assistiti, realtà virtuale e tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva. Ha pubblicato oltre 100 articoli su riviste internazionali, ottenendo un H-index di 22 e più di 1.300 citazioni. Inoltre, opera come revisore per diverse riviste scientifiche e ricopre ruoli editoriali, contribuendo attivamente allo sviluppo del settore.
A cura di Sofia Straudi
Biomarcatori multimodali verso una riabilitazione personalizzata della persona con ictus cerebrale
Una riduzione della funzionalità dell’arto superiore è comune dopo un ictus cerebrale, con ripercussioni sulla qualità di vita e sulla partecipazione. La riabilitazione, orientata alla promozione della neuroplasticità, ha un ruolo fondamentale nel recupero di tali domini. In questo contesto, avere a disposizione biomarcatori multimodali, che riflettano sia la qualità del movimento che l’attività cerebrale, può essere di grande supporto nell’indirizzare i clinici verso un processo riabilitativo efficace. In particolare, la riabilitazione tecnologica, ovvero l’utilizzo di dispositivi robotici, di realtà virtuale e in generale di strumenti digitali, può beneficiare dell’utilizzo di tali biomarcatori per proporre interventi sempre più personalizzati. Nella mia relazione, presenterò i concetti chiave per l’utilizzo di biomarcatori multimodali nella pratica riabilitativa della persona con ictus cerebrale.
Matilde Inglese
Professor of Neurology, Università di Genova
Matilde Inglese è Professore di Neurologia presso l’Università di Genova e Direttore del Centro Sclerosi Multipla presso l’IRCCS Policlinico San Martino. Dopo la laurea in Medicina e un dottorato in Neuroscienze all’Università di Genova, ha lavorato fino al 2018 al Mount Sinai Hospital di New York come Professore Ordinario di Neurologia e Neuroscienze e Direttore del Programma di Neuroimaging.
Attualmente è Principal Investigator di un finanziamento del Fondo Italiano della Scienza e di uno studio clinico multicentrico italiano, finanziato da FISM, sull’efficacia del trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nella sclerosi multipla. Autrice e co-autrice di oltre 350 pubblicazioni su riviste peer-reviewed, è stata co-editor della sezione “controversie” del Multiple Sclerosis Journal e fa parte del comitato editoriale di Brain, Neurology, Neuroimmunology e Neuroinflammation.
È Segretario Generale del comitato esecutivo di ECTRIMS e Fellow della European Academy of Neurology e della International Society of Magnetic Resonance in Medicine. Ha ricevuto finanziamenti di ricerca da NIH, NMSS, FISM, Ministero Italiano della Ricerca, Ministero della Salute e Unione Europea. È mentore di numerosi studenti di medicina, specializzandi in neurologia e dottorandi, e ha supervisionato una borsista post-dottorale nell’ambito delle Marie Skłodowska-Curie Actions.
A cura di Matilde Inglese
La sclerosi multipla nelle persone anziane: sfide diagnostiche e terapeutiche
La sclerosi multipla (SM) colpisce principalmente giovani adulti. Tuttavia, negli ultimi decenni è stato osservato un aumento di incidenza della SM ad esordio tardivo (LOMS) e un aumento di aspettativa di vita di persone con SM. L’immunosenescenza induce cambiamenti biologici ed immunologici che contribuiscono all’aumento di disabilità clinica di queste persone. Inoltre, l’iter diagnostico di persone con LOMS è più difficile che nei giovani adulti ed associato a un maggior rischio di diagnosi erronee a causa della presenza di comorbidità. Anche il trattamento farmacologico pone delle sfide in quanto non esistono dati di efficacia e sicurezza dei “disease modifying treatments” nelle persone anziane. Nella mia relazione discuterò come il processo di invecchiamento influenzi la patogenesi, il decorso della malattia e le opzioni terapeutiche.
Claudia Mazzà
Head of Research at INDIVI, Basilea
La Prof.ssa Claudia Mazzà ha conseguito la laurea in Ingegneria Informatica presso l’Università La Sapienza di Roma e il dottorato in Bioingegneria presso l’Università di Bologna. Ha iniziato la sua carriera accademica presso il Dipartimento di Scienze del Movimento Umano dell’Università Foro Italico di Roma, dove nel 2006 è stata nominata ricercatrice. Dal 2005 al 2009 ha fatto parte del consiglio direttivo di SIAMOC, ricoprendo il ruolo di Segretario.
Nel 2013 si è trasferita a Sheffield, dove è diventata Professore di Biomeccanica nel 2019. Nel 2022 ha lasciato l’accademia per entrare in Biogen Digital Health, guidando lo sviluppo di biomarcatori digitali della deambulazione e della postura. Nel 2024 è entrata in Indivi, un’azienda TechBio con sede a Basilea, dove attualmente lavora come Head of Research.
Autrice di oltre 130 pubblicazioni su riviste scientifiche, ha lavorato su diversi temi, tra cui biomeccanica, analisi del cammino e sviluppo di biomarcatori digitali per malattie neurologiche. Su quest’ultimo tema ha avuto un ruolo chiave come work package leader nel progetto di ricerca Mobilise-D, finanziato da IMI-2.
A cura di Claudia Mazzà
Endpoint digitali per accelerare lo sviluppo di farmaci nelle malattie neurologiche
Le malattie neurologiche pongono sfide significative allo sviluppo di farmaci, principalmente a causa della complessità e variabilità dei loro sintomi, che compromettono sensibilmente la sensibilità degli endpoint tradizionali nei trial clinici. La malattia di Parkinson ne è un esempio emblematico: nel 2024, solo tre dei 57 composti in fase 1 e 2 sono riusciti a passare alla fase 3 dei trial. Le ragioni di questi insuccessi restano in gran parte oscure, ma le limitazioni degli endpoint convenzionali, come il MDS-UPDRS, giocano un ruolo critico. In questo intervento, la Prof.ssa Claudia Mazzà esplorerà come sia possibile superare questo “soffitto di vetro” nello sviluppo di farmaci per le malattie neurologiche. Verranno evidenziate le carenze degli strumenti di valutazione attuali e sarà presentato un argomento convincente a favore dell’integrazione di endpoint digitali — acquisiti tramite smartphone e dispositivi indossabili — per monitorare in modo più accurato le funzioni motorie e cognitive in contesti reali. Sebbene oggi sia più facile che mai raccogliere dati digitali, trasformarli in endpoint validati, interpretabili e clinicamente significativi rappresenta ancora una sfida importante. Claudia approfondirà le problematiche tecniche e regolatorie legate alla validazione, sottolineando l’importanza di mantenere la rilevanza contestuale delle misure digitali lungo tutto il processo di sviluppo del farmaco.
Nadia Dominici
Professor of Motor Control, Vrije Universiteit Amsterdam, Olanda
Nadia Dominici è Professore Associato presso la Facoltà di Scienze del Comportamento e del Movimento della Vrije Universiteit di Amsterdam, dove studia l’interazione tra attività cerebrale e muscolare alla base della deambulazione indipendente nei bambini, nonché la biomeccanica della locomozione umana.
Dopo aver conseguito una laurea in Fisica, ha ottenuto un dottorato in Neuroscienze presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, con una ricerca sulla neurofisiologia dello sviluppo locomotorio nei bambini. Ha svolto attività di ricerca presso il Laboratorio di Fisiologia Neuromotoria della Fondazione Santa Lucia di Roma, approfondendo le reti di generazione centrale del movimento e lo sviluppo della locomozione infantile. Successivamente, ha lavorato presso il Laboratorio di Neuroriabilitazione Sperimentale dell’Università di Zurigo e all’EPFL di Losanna, sviluppando tecniche di neuroriabilitazione per il recupero della deambulazione in modelli animali con lesioni spinali.
Nel 2013 ha ricevuto il premio Suzanne Klein-Vogelbach – Prize for the Research of Human Movement. Nel 2015 ha ottenuto un finanziamento Vidi di 5 anni dall’Organizzazione Olandese per la Ricerca Scientifica (NWO) e, nel 2016, un ERC Starting Grant di 5 anni dal Consiglio Europeo della Ricerca.